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2012
edit4 gennaio: | Georgiche |
4 marzo: | Iliade |
11 marzo: | Atti |
18 marzo: | Disputa sull'idea del commercio |
25 marzo: | Medea |
1 aprile: | Guida di Pompei illustrata |
8 aprile: | Pastor Aeternus |
15 aprile: | Odissea |
22 aprile: | Statuto albertino |
29 aprile: | Lezioni elementari di numismatica antica |
6 maggio: | Le rane |
13 maggio: | Le pitture notabili di Bergamo |
20 maggio: | Nostis et nobiscum |
27 maggio: | Gerusalemme liberata |
3 giugno: | Capitolato annesso alla Convenzione fra il Regno di Sardegna e le Ferrovie Lombardo-Venete e dell'Italia Centrale |
10 giugno: | L'imperatore Diocleziano e la legge economica del mercato |
17 giugno: | La tempesta |
24 giugno: | Carrozze a vapore per le strade ordinarie |
1 luglio: | Vita del glorioso martire s. Secondo |
8 luglio: | Myricae |
15 luglio
editDecreto approvante modificazioni alla concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera
“ | Napoli, 3 Febbrajo 1838.
FERDINANDO II. PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec. ec. ec. Veduti il real decreto de’ 19 di giugno 1856 e gli annessi capitoli di concessione fatta al Signor Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie per costruire una strada di ferro da Napoli a Nocera e Castellammare, del pari che il foglio di modificazioni unite parimente allo stesso real decreto; Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato degli affari interni; Udito il nostro Consiglio ordinario di Stato; Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue. Art. 1. Approviamo i patti contenuti ne’ sei articoli di modificazioni a’ primitivi capitoli di concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera con un ramo per Castellammare annessi al nostro real decreto de’ 19 di giugno 1856. I detti sei articoli di modificazioni sono uniti al presente decreto. |
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22 luglio
editImportante scoperta del famoso tarèno di Amalfi
“ | Era riserbato a’ nostri giorni lo scoprimento del tanto raro e famigerato tarèno o tarì di Amalfi, invano da più secoli premurosamente ricercato dagli archeologi italiani e stranieri. Il solo nome di esso nummo ci richiama alla mente la grandezza dell’antica Amalfi, un dì famosa per ricchezze e mercatura, per giurisprudenza civile e marittima, e per la felice applicazione de’ fenomeni magnetici ai bisogni de’ grandi viaggi di mare.
Volgono oramai parecchi anni, da che fortunatamente scoprimmo questa singolarissima moneta patria, che gelosamente serbiamo qual inestimabile gioiello. Essa fu rinvenuta per avventura nella stessa Amalfi, scavandosi ivi il terreno presso le fondamenta di un vecchio e diruto edifizio. Ineffabile fu la gioia che ne provammo in veder al fine dopo tanti secoli restituita dalle tenebre alla luce questa moneta cotanto rara e creduta finora siccome l’araba fenice! Non ebbe forse a gioire tanto Cicerone nel rinvenire la tomba di Archimede, quanto noi in tal inaspettato rincontro. |
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29 luglio
editAgamennone è una tragedia che narra di Egisto che vuole vendicare i soprusi compiuti a suo padre Tieste dal padre di Agamennone, Atreo. Agamennone viene ucciso da sua moglie Clitennestra, innamorata di Egisto.
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Egisto
A Che m’insegui, o sanguinosa, irata |
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5 agosto
edit“ | Giuro per Apollo medico, per Esculapio, per Igea e per Panacea e per gli Dei tutti e le Dee, facendoli testimoni di adempire esattamente, secondo mia forza e intelligenza, questo giuramento e questa scritta. Pari a miei genitori stimerò chi mi imparava quest’arte; gli sarò compagno di vita; e se privo del bisognevole gliene farò parte; i suoi figli considererò come fratelli germani, e se ameranno apprendere quest’Arte io la insegnerò senza mercede od accordo. — Del precetto, delle istruzioni segrete, e di tutta la restante dottrina farò parte a’ miei figliuoli e a quelli del mio maestro, e ai discepoli inscritti e giurati nella Legge Medica; e non ad alcun altro. — Delle regole di vitto userò pel vantaggio dei malati, giusta il mio potere e giudizio, impedendo qualsia nocumento ed ingiuria. — A veruno che ne chieda porgerò medicina mortifera, nè proporrò consiglio tale; egualmente non darò a femmina alcun suppositorio corrompitore. | „ |
12 agosto
editSolenni funerali di Pio papa ottavo
“ | La perdita immatura del Sommo Pontefice PIO VIII, la quale fu pianta da tutta Roma e dai Fedeli dell’Universo, non poteva non essere vivamente sentita dal ragguardevole Personaggio, che aveva l’onore e la sorte di rappresentarlo con pubblico carattere in Napoli.
Sentimenti dunque di gratitudine, di venerazione e di esemplare pietà mossero Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor D. Luigi Amat, de’ Marchesi di S. Filippo e Sorso, Arcivescovo di Nicea, Abbate Commendatario di S. Michele di Salvenero, e di S. Maria di Cea, Nunzio Apostolico presso Sua Maestà il Re del Regno delle due Sicilie, a celebrarne con solenne pompa i funerali, come aveva fatto in morte del Papa Leone XII. La lugubre cerimonia ebbe luogo li 23 dicembre dello cadente 1830 nella bella Chiesa di S. Giacomo degli Spagnuoli, immediatamente soggetta alla Santa Sede; ed al valente architetto Signor D. Raffaello Cappello fu affidata la cura di decorarla con quello splendore, che all’altissima dignità rispondesse dell’augusto defunto. |
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19 agosto
editSaggio di rime devote e morali
“ | Tosto che, Nobilissima Dama, noi prima da noi stessi, appresso per avviso di giudiziosi Amici, risolvemmo di pubblicar colle stampe un saggio delle Rime di Marianne nostra madre, quelle volendo ad alcun dedicare, subito ci corse all’animo l’Illustre Persona vostra, verso la quale tanto di ossequio professiamo, quanto ce ne detta il debito, che moltissimo è, e la quale così l’Autrice mentre che visse, come gli studj suoi ch’eranvi cari, con singolar mercè dimostraste. Somigliante onore già procurammo alle Opere d’Alessandro suo Consorte, a personaggi indirizzandole in amplissima dignità costituiti. Non dovrebbe destar meraviglia in veruno se vede da’ figliuoli al buon nome, e decoro de’ lor genitori con quel più che si può d’attenzion, procurarsi. Tuttavolta siccome ci troviamo in tempi assai difficili, però se vi saran di quelli che non sapendo biasimare un tal fatto di per sè onestissimo, pur commendare non ci vorranno, nondimeno sappiano questi che in pace il si porterà da noi, contenti del bene operato; e qualora queste nostre determinazioni a Voi tornare in grado veggiamo. | „ |
26 agosto
editConvenzione per eseguimento di lavori ferroviari nel Veneto
“ | Urgendo di procedere, nell’interesse generale dello Stato, sotto il rapporto militare e politico allo stabilimento di una strada ferrata dal Po a Rovigo allo scopo di congiungere le linee dell’Italia centrale colla rete Veneta e di assicurare il più sollecito ristauro delle linee esistenti nel territorio veneto, il Ministro dei Lavori pubblici, dopo aver proceduto sui luoghi ad apposita ricognizione in concorso coi Rappresentanti della Società dell’Alta Italia, addivenne ad accordi preliminari per affidare alla Società medesima l’eseguimento degli anzidetti lavori sotto determinate condizioni.
Allo scopo di far constare delle prese intelligenze fu ordinata la redazione del presente atto, che il signor Ministro dei Lavori pubblici, a nome dello Stato, ed i signori cavaliere Giulio Daigremont, direttore della costruzione e della manutenzione delle ferrovie dell’Alta Italia, e cavaliere Paolo Amilhau, direttore dell’esercizio delle ferrovie medesime, espressamente delegati dal Consiglio d’amministrazione della Società per atto del 21 corrente, dichiarano debba aver forza di formale contratto obbligatorio per le due Parti contraenti, salve le ratifiche ed approvazioni come infra. |
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2 settembre
edit“ | Un profondo sentimento di gratitudine verso l’Instituto di corrispondenza archeologica mi consiglia a festeggiare il suo cinquantesimo anniversario con questo mio tenue lavoro, il quale, avendo per soggetto i monumenti più antichi della personificazione di Roma, ho creduto essere il meglio adatto alla circostanza.
Non parlerò che di poche monete del tempo della repubblica, alle quali però farò precedere, quasi come proemio, una di città italo-greca; ma essendochè quelle monete romane fanno parte di classe molto ricca e svariata di monumenti, così il tema non potrà essere svolto se non avuto riguardo a tutta quella classe. Chi conosce l’ampiezza e la fertilità dell’indicato campo, scuserà più facilmente il giro un po’ lungo di qualche osservazione. |
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9 settembre
editMacbeth, è una tragedia in cinque atti che narra del nobile Macbeth, il quale cerca di ottenere il trono scozzese uccidendo il re Duncan.
“ | Nulla di più grande nè di più terribile del Macbeth di Guglielmo Shakespear seppe creare la musa tragica dopo l’Eumenidi di Eschilo. Così giudicava il primo de’ critici alemanni A. W. Schlegel. Poche pagine d’un’antica cronaca scozzese ne ha fornito al poeta l’argomento. Si legge in essa, che regnando in Inghilterra Odoardo il Confessore, ebbe la Scozia un re di nome Duncano, il cui stato fu sconvolto da guerre esterne e da interne ribellioni; e che un Macbeth, valente capitano, debellò così gl’interni come gli esterni nemici di questo re; che tornando il Macbeth da una vittoria si avvenne in parecchie streghe, dalle quali fu predetto e salutato re futuro di Scozia; e che, traviato dal vaticinio, adescò nel proprio castello Duncano e lo uccise mentre dormiva, e postasi in capo la corona usurpata, diventò tiranno atrocissimo; finchè caduto in abominio dei soggetti, perdette il regno e la vita. | „ |
16 settembre
edit“ | Template:CapoletteraN quale stima siano appresso i professori di lettere le Opere del Dottissimo Padre Abbate D. Benedetto Castelli, Discepolo dell’ammirabile Galileo, non fà di mestieri, ch’io vi faccia manifesto, cortesi Lettori; essendo notissimo à tutta Europa, che la felice memoria di Papa Urbano Ottavo, il cui giudicio intorno alle persone virtuose era veramente esquisito, non sì tosto vide i pochi fogli, in cui questo maraviglioso ingegno spiegò con tanta chiarezza la non mai fin’allora osservata Misura delle acque correnti, che ne formò il concetto, che meritava l’Autore, e con giusto premio lo dichiarò Matematico Pontificio. Onde egli colla stanza, che fermò in Roma, ebbe in varie occasioni à scrivere le presenti Operette. Le quali con quanto desiderio siano state ricercate da’ Letterati, con quanto applauso accolte, e con quanta ansietà copiate, e ricopiate, altro testimonio non voglio, che l’Università de gli Studiosi, che anno gareggiato continuamente trà loro nel leggerle, e nel trascriverle. | „ |
23 settembre
edit“ | Template:CapoletteraNcorché da’ Sacri Canoni, e diverse Ordinationi Apostoliche, e particolarmente di quelle della sa. me. d’Alessandro VII. sotto li 23. di Aprile 1657. che incomincia Piæ sollicitudinis Studio nel Bollario tom. 6. constitutione 36. E dall’Editti della Sacra Visita, e particolarmente da quello emanato sotto li 30. Luglio 1667. & altri nostri Editti precisamente quello publicato d’Ordine espresso della Santità di Nostro Signore à 3. Settembre 1678. si prescriva il modo da tenersi nelle Musiche, che si fanno in tutte le Chiese di quest’alma Città di Roma, in ogni modo con sommo nostro dispiacere ci è stato riferito, che poco, ò niente s’osserva di quanto è stato sù questo altre volte come di sopra giustamente disposto.
Che però volendo noi, come siamo tenuti per obligo del nostro Officio togliere simili inconvenienti, e rimettere il tutto nella primiera, e dovuta osservanza, per ordine speciale datoci sopra di questo da Nostro Signore habbiamo fatto il presente Editto, col quale rinovando primieramente quanto è stato sopra a ciò ordinato, & inherendo à detti ordini, e quelli confermando, di nuovo commandiamo. |
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30 settembre
edit“ | Maria, dolce sorella: c’è stato tempo che noi non eravamo qui? che io non vedevo, al levarmi, la Pania e il Monte Forato? che tu non udivi, la notte, il fruscìo incessante del Rio dell’Orso? Il campaniletto di San Niccolò, bigio e scalcinato, che mi apparisce tra i ciliegi rosseggianti de’ loro mazzetti di bacche, e i peri e i meli; quel campaniletto, c’è stato tempo in cui non lo sentivamo annunziare la festa del domani? Din don... Din din don Din din don... Non fu quel prete smunto e cereo, che viene su per la viottola col breviario in mano, non fu esso il rettore che ci battezzò? non era Mère il buon contadino che ci rallegrava fanciulli col suo parlare a scatti, coi suoi motti e proverbi curiosi? «Il cane fa ir la coda, perchè non ha cappello da cavarsi»: ecco una sua osservazione sottile a proposito del nostro Gulì. | „ |
7 ottobre
edit“ | In virtù dell’autorità a Noi delegata;
Viste le Leggi 1° maggio 1866, n° 2872, e 28 giugno 1866, n° 2987; [...] Vista la deliberazione presa dal Consiglio d’Amministrazione della Società ferroviaria dell’Alta Italia in seduta del 31 luglio corrente colla quale vengono per parte della Società a termini della riserva fatta nell’articolo 16 di detta Convenzione, ratificati gli stipulati accordi; Sulla proposta dei Nostri Ministri Segretari di Stato dei Lavori pubblici, della Guerra, delle Finanze, di Grazia e Giustizia; Sentito il Consiglio dei Ministri; [...] Abbiamo decretato e decretiamo: Art. 1. ― È approvata l’annessa Convenzione conchiusa nel 28 luglio 1866 fra il Nostro Ministro dei Lavori pubblici e la Società ferroviaria dell’Alta Italia per la costruzione e l’esercizio entro quattro mesi dalla data predetta di un tronco di strada ferrata da Ponte-Lagoscuro a Rovigo con ponte provvisorio sul Po, e per l’eseguimento immediato delle opere provvisorie occorrenti per riattivare il servizio delle strade ferrate nel territorio veneto state interrotte per danni cagionati in dipendenza della guerra. |
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14 ottobre
editNuovi poemetti File:101%.png di Giovanni Pascoli (1909)
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IL PITTIERE
I
Oh! tutti i giorni e tante volte al giorno |
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21 ottobre
editRime File:101%.png di Cino Rinuccini (XIV secolo)
“ | Venuto sono or uom di duro sasso |
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28 ottobre
edit“ | L’argomento, che imprendo a trattare, non è che lo svolgimento di quel brevissimo cenno che si trova nella Storia del Diritto Italiano del Pertile, dove, dopo essersi passate in rassegna tutte le magistrature del Comune, si avverte: «Oltre alle quali — ve ne aveva pei singoli quartieri, o per le diverse parrocchie, la cui missione era principalmente la tutela degli interessi del proprio riparto, la locale polizia e la denunzia dei delitti che vi venivano commessi». Che fossero le Vicinie, dette altrove parochiae, come a Milano ed a Novara, ovvero capellae, come a Pisa; qual parte avessero nell’ordinamento della nostra città; come esercitassero le loro funzioni, mi parve dovesse essere una ricerca tanto più interessante, per questo, che fra noi, s’io non erro, non vi fu alcuno che particolarmente si occupasse di un tale subbietto, e il nome stesso sia diventato quasi un enimma, sebbene le Vicinie, quali organi della amministrazione cittadina, non abbiano cessato di esistere che coi mutamenti avvenuti nel nostro paese sulla fine del secolo scorso. | „ |
4 novembre
editCapitoli di concessione per la strada di ferro da Napoli a Nocera File:101%.png di Regno delle Due Sicilie (1836)
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De’ 19 di Giugno 1836.
Art. 1. Il Sig. Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie ingegnere francese, e sua compagnia, è autorizzato ad eseguire una strada di ferro da Napoli a Nocera, che passerà per Portici, Torre del Greco, e Torre dell’Annunziata, con un ramo per Castellamare, coll’obbligo di compiere fra lo spazio improrogabile di anni quattro, a meno che non venga impedito da forza maggiore, o da fatto indipendente dal concessionario, tanto il tronco principale, quanto il detto ramo, e colle altre condizioni espresse ne’ seguenti articoli. 2. La strada di ferro non occuperà in menoma parte le strade comuni esistenti che menano a Nocera ed a Castellamare; potrà però attraversarle, ma sarà tenuto a far ciò in modo che lasci la libertà al commercio di valersi pel passaggio, come pe’ trasporti di qualsivoglia natura, o delle strade comuni, o delle nuove di ferro. Sarà lasciato del pari libero il passaggio per le strade traverse, che quella di ferro potrà intersecare; nè quest’ultima potrà attraversare l’antica città di Pompei. |
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25 novembre
editPensieri e discorsi File:101%.png di Giovanni Pascoli (1914)
“ | È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sè lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell’età giovanile forse così come nella più matura, perchè in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona. | „ |
18 novembre
edit“ | Allo scopo di compiere, nell’interesse del Commercio, al più presto possibile la rete delle Strade ferrate del Regno Lombardo-Veneto e di semplificare possibilmente l’esercizio e l’amministrazione delle Strade di ferro, appartenenti all’I. R. Erario e formanti parte della rete medesima, venne conchiusa fra gl’II. RR. Ministri delle Finanze e del Commercio da una parte, ed i Signori [...] d’altra parte, sotto riserva della Sovrana approvazione di S.M.I.R.A., la seguente convenzione:
Art. 1 L’I.R. Erario cede ai detti signori le II. RR. Strade ferrate dello Stato situate nel Regno Lombardo-Veneto con Template:AltraColonna tutte le loro pertinenze, si mobili che immobili, eccettuandone soltanto quel tronco che partendo da Verona s’inoltra verso il Titolo meridionale, onde abbiano ad esercitarle ed usufruttuarle per la durata di 90 anni. Art. 2. Col diritto all’esercizio ed usufrutto delle II. RR. Strade ferrate Lombardo-Venete vengono pure ceduti ai surripetuti Signori, tutti i diritti ed obblighi dell’Erario verso terze persone, in quanto codesti diritti ed obblighi sieno inerenti all’esercizio ed usufrutto delle dette strade, o connessi al terreno sul quale sono situate, oppure consistano finalmente nell’obbligo di manutenzione e costruzione di ponti, strade e consimili. |
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